La pittura (da Arte -quale è-) è un’Espressione; con l’intrinseco compito di comunicare dei Significati! (concetti che da tali; possono esser graditi o respinti, al di fuori dei meriti formali del mezzo che li asserisce) 

 Dato che però la formulazione artistica eccede, su ogni altra; in valenza espressiva; le si dovrebbe concedere il “Diritto” di cautelare l’esattezza di tale proprietà! (ossia: l’evidenziare con chiarezza i significati esposti).

 Dote, questa, ricevuta dall’esclusivo uso di cifre armoniche, oltre che sintetiche, e che -a differenza dei fumosi metodi retorici del convincimento dialettico- ha la capacità, di far dedurre (tramite “folgorazioni” emotive -dovute ai Sensi recettivi-) l’approssimarsi messianico della Verità contenuta nei suoi messaggi.

  L’esattezza del suo trasmettere è promossa forse da impulsi intuitivi;  derivati da arcane proprietà fideistiche (per arrivare ai processi intellettivi della Mente idonei a razionalizzarne la fattibilità e una diretta recessione).

 Pertanto -seppur immaginifico e fantastico che sia- ogni genere d’Arte (ed in specie quando evidenzia realtà metafisiche e trascendenti) si “coagula” su tre Essenze di base: la Fede, la Deduzione e la Razionalità -nel saper e poter; con Fedeltà, traslare ogni tipo di Verità <sia soggettiva e sia Assoluta >-! 

 (Ed è perciò che per difenderne la funzione si è dovuto teorizzare, almeno, due delle sue incomparabili componenti, vale a dire: l’Estetica -il Bello del Vero- e l’Etica -il Vero del Bello <inteso sopratutto: nel Giusto e nel Bene >-!) 

E’in questo contesto che, perciò, và instradato l’approccio con la Pittura di S. Raggi Karuz (come del resto con ogni tipo di pittura vera)!

Sforzarsi, pertanto, d’estrapolarne quello che è attinente all’Etica e di cui il maestro e riuscito, dovutamente, farlo collimare con il fenomeno dell’immediatezza estetica, affinché l’opera rimanesse nell’area di un “Arte iconografica” (senza debordare nel campo delle “illustrazioni artificiose”)!