"...Un’atmosfera enigmatica, s’è detto, domina le tele di questo artista. Vi si avverte una singolare sospensione del tempo, indispensabile presupposto alla resa pittorica della dimensione del ricordo, della memoria che talvolta sprofonda nel mito per mutarsi repentinamente in malinconia, inquieta nostalgia. Nello spazio instabile di queste tele che ammettono solo una figuralità  attenta e severa le forme dei pensieri e dei ricordi si sovrappongono come in un coreografico palinsesto di memorie che si richiamano l’un l’altra, riemergendo dalle profondità del passato e salvandosi dall’oblio.

Luoghi, personaggi e situazioni del mito, della storia riemergono in questi quadri per ricomporre, in un fantastico caleidoscopio di figure e ambientazioni, un’idea identitaria che si ribadisce nella prassi pittorica e si ripete, in infinite e sempre diverse combinazioni, si memorizza, quasi ossessivamente, per attaccamento a un patrimonio, a una preziosa eredità -l’identità appunto- che solo così, elude il rischio della dispersione e della perdita del tesoro di cui si è smarrita la mappa....”

Andrea Romoli Barberini (storico)

Per la personale “Pittura è cosa mentale” galleria della Tartaruga” Roma  Marzo 2008.