“....Ancora una volta iL livello di merito -di tutto rilievo- di Raggi Karuz devono riferirsi al privilegiato accordo della più corretta filologia professionale con la latitudine alta  dei contenuti. Ecco il “supporto” niente affatto ineliminabile della “struttura” sulla traccia della eredità positivistica, come premessa alle conquiste della poesia e dello spirito. Herbert e l’Hegel in queste visioni di finissimo dettato pittorico e di libera e mobile fantasia, ci vengono incontro.

L’intrico della figura, ottimamente costruita, e di ogni innesto mai additivo ma complementare approdo a soluzioni di innegabile caratura estetica è un invito alla speranza, fra le manipolazioni e le volgarità asettiche  che intristiscono l’orizzonte della figurazione del nostro tempo.” 

Renato Civello  (Critico)

In occasione della personale alla Galleria Lazzari  - Roma 1998